Tutto sommato c’è da ritenersi fortunati, dopo due settimane dall’arrivo in Australia e soli 5 giorni di ricerca by “jumping“, ho trovato un lavoro. In una farm di banane, che qui nei dintorni di Tully è l’attività più diffusa.
Inizialmente sono stato arruolato come “humper“, ovvero colui che si incolla i sacchi di banane (bunch) dalla pianta fino al camion, il quale li trasporta poi al capannone (shed) dove avvengono tutti gli altri processi fino all’inscatolamento e all’imballaggio. 20 metri di fuoco, con sacchi pesanti fino a 90 kg camminando in un terreno fangoso e scivoloso con i piedi a mollo negli stivali pieni d’acqua dopo un quarto d’ora. Troppo per il mio corpo che non ci pesa nemmeno, come un bunch. Dopo aver chiesto di mandarmi via già al secondo giorno (causa vesciche, dolori e gonfiori vari) sono stato però graziato e messo in catena di montaggio nello shed.
Fortunatamente è una catena di montaggio meno alienante delle solite in cui si compie un solo movimento durante tutto il turno. Noi della prima fase post raccolta dobbiamo invece compiere diverse azioni, 4 o 5, ovvero: togliere il sacco dal bunch (spesso escono rane, topi, serpenti), stendere i sacchi uno sull’altro, legarli quando sono abbastanza da essere buttati via e preparare i nodi per legare i sacchi…e quando si aspetta il carico successivo dai campi (paddock) non ci si può fermare mai che i boss si incazzano. E allora ci si inventa di tutto: buttiamo immondizia, spaliamo merde varie da terra, raccogliamo cartacce, puliamo e laviamo l’area di lavoro.
La giornata quindi è per ora così divisa: sveglia alle 4:30, alle 5:45 partenza con i fuoristrada (drupi) verso la farm, arrivo alle 6:15, attacco alle 6:30, prima pausa di 30 minuti (smoko) alle 9, seconda sezione dalle 9:30 alle 12, secondo smoko, e terza e ultima sezione dalle 12:30 fino alle 15:30. Quindi ritorno in drupi fino in città, doccia-cena e via a letto già alle 17, poco lavoro al pc prima di crollare. Si lavora dal lunedì al giovedì a orario pieno, il venerdì o mezza giornata o niente. Sabato riposo e domenica turno saltuario e volontario pagato il doppio.
Ho trovato una camera in casa di una famiglia indiana, due genitori giovani e due bambini piccoli, avrei preferito una sistemazione con altri ragazzi ma a quanto pare questa era l’unica camera singola con internet disponibile, e dunque l’unica scelta possibile. Però la casa è bella, e anche la famiglia. Il bambino più piccolo mi osserva curioso quando torno dal lavoro conciato come un disperato e probabilmente si chiederà chi diavolo hanno deciso di mettersi in casa i suoi genitori!
La foto in copertina è presa dal sito wikimedia.org, la farm non è posto dove mettersi a scattare foto ricordo.