E’ una massima di tale M. Shalev, che apre il film “Amnesia”, di Gabriele Salvatores. E ogni tanto ti rendi conto di quanto sia azzeccata. Ad esempio, quando parti per l’altra parte del mondo per andare a raccogliere frutta in un paesello sperduto e dopo un mese, e una sola settimana di lavoro, mi ritrovi in una città semi-turistica come Cairns.
In pratica dopo la grazia dei boss che mi hanno risparmiato dal ruolo di humper e relegato in shed in catena di montaggio, la mia presenza in area “bags” si è rivelata di troppo, vista l’abbondanza di personale e i troppi tempi morti durante il turno.
Un po’ scioccato per il fallimento dei programmi iniziali ho colto l’occasione per riportare il trasferimento qui in Australia verso uno dei focus che avevo un po’ perso di vista: imparare bene l’inglese. Vuoi perché nella farm di Tully era pieno di italiani, vuoi perché in catena di montaggio parlavo giusto coi macchinari (o peggio da solo), ho fatto lo zaino e sono andato a Cairns, preso un’altra camera e mi sono iscritto ad un corso d’inglese.