Da ieri sono a Bali dove rimarrò 6 giorni, una “scappata” prima di tornare ad Adelaide per seguire Velo-City, la conferenza internazionale sulla ciclabilità urbana. L’arrivo in Indonesia è stato segnato da un nuovo cambio di clima, più simile a quello del Queensland appena atterrato in Australia, ovvero caldo a 30 gradi e umidità pazzesca. Era prevista anche pioggia questi giorni, ma per fortuna non s’è vista.
Alcune chicche dell’arrivo a Bali e dei primi due giorni trascorsi a Ubud e dintorni, una località dell’interno non così turistica come la costa.
Per arrivare dall’aeroporto in città, trattativa annunciata con i tassisti, me la sono cavata dai, strappando un passaggio a 240 mila rupie (circa 16 euro, per un’ora e mezza di viaggio) contro le 300 mila offerte da tutti come base. Qualcuno era sceso dopo poco a 250 mila, ma non di meno, ma ho letto su diversi siti che con ancora più caparbietà si arriva a 200 mila. Vedremo al ritorno.
Le strade di Bali sono folli, il giorno ancora più della notte, percorse da sciami di motorini, alcuni adibiti al trasporto merci manco fossero camion, macchine, pedoni, ciclisti e, in alcuni tratti della Monkey Forest Road, scimmie. Sì, che ti metti a guardarle e va a finire che stai là un quarto d’ora.
I templi principali, quelli sulla Ubud Main Road non sono visitabili per lavori di ristrutturazione, e un paio nemmeno nella parte esterna. A Bali ci sono circa 20 mila templi indù, non proprio pochi per un’isola che è poco più grande del Molise. Bali inoltre è l’unica isola a religione induista in un paese, l’Indonesia, musulmano.
Una breve visita anche al Museo dell’Arte Moderna Balinese, con dipinti di tutto il 1900. E’ stato interessante notare come in confronto all’arte europea, che ha cambiato quasi radicalmente i suoi connotati nel corso del ventesimo secolo, l’arte balinese invece è ancora legata ai temi del passato. Tutti i dipinti raffigurano sempre la raccolta del riso o altri momenti “bucolici”, oppure scene religiose.
Il secondo giorno ho affittato una bicicletta per una giornata a 30 mila rupie (circa 2 euro) per dirigermi a Tegalalang, a nord di Ubud, dove ci sono i famosi terrazzamenti per la coltura del riso. Un bel giro di una trentina di chilometri in totale, faticoso solo per il caldo umido. Tutto in leggera salita all’andata, e al ritorno scendendo che è un piacere.