Dal 21 ottobre sono all’isola di Mauritius, dove rimarrò sei settimane, di cui cinque “stabile” e l’ultima itinerante per girare l’isola in bici. Per la prima volta la bicicletta l’ho portata con me dall’Italia (in genere la noleggiavo o compravo sul posto) e questo mi facilita molto con gli spostamenti, mi permette di risparmiare sui taxi e sui mezzi pubblici e mi offre l’opportunità di fare giretti nel week end e la mattina: qua infatti il fuso orario è spostato in avanti di 3 ore rispetto all’Italia e la giornata lavorativa al pc inizia a mezzogiorno.
A pochi giorni dall’arrivo sono ancora in fase di ambientamento, con il posto e gli abitanti, ma intanto la prima buona sorpresa è stata arrivare nella casa che avevo prenotato dall’Italia.
Premessa: a parte il Nepal, in cui sono piombato senza sapere nemmeno dove sarei stato il primo giorno, in genere trovo una sistemazione dall’Italia cercandola su internet. Il vantaggio è trovare un posto subito e ad un buon prezzo senza fare troppi giri una volta arrivato sul posto, ma a volte ci sono delle piccole controindicazioni: l’alloggio non è come sembrava dalle foto, internet non funziona bene, la compagnia non è delle migliori o peggio ancora non c’è proprio. Una situazione del genere mi è successa ad esempio in Giamaica, in cui la casa (una villetta) prenotata dall’Italia non aveva una buona connessione e questo mi ha costretto all’ultimo momento a trovare una sistemazione d’emergenza che, seppure frequentata da molti più viaggiatori, costava il doppio e consisteva in una minuscola stanzetta di legno tra i banani.
Tornando a Mauritius, il posto in cui alloggio è il Residence La Dorade. Si trova a Pointe Aux Biches, nel nord ovest dell’isola e, a dispetto del nome, non è un vero e proprio residence ma una semplice casa: grande, a tre piani e con una decina di camere, ma pur sempre una casa. A gestirla è Crishna, un signore mauriziano che da un anno ha lasciato un lavoro in banca e ha fatto costruire la casa per iniziare a lavorare con i turisti…ma non solo. I prezzi accessibili (e ancora più bassi per i mauriziani) fanno sì che le camere siano affittate anche da alcuni ragazzi del posto, nel caso specifico ragazzi che sono in attesa di trovare una sistemazione più stabile e intanto trascorrono qualche settimana o mese qui. Questo, e il fatto che l’attività sia aperta da poco, rende l’ambiente familiare, piacevole e soprattutto “locale”. Entrare in contatto con le persone del luogo, durante un viaggio, non è affatto facile ed è un bene preziosissimo per arricchire la propria esperienza. Mauritius, si sa, è più propriamente meta di viaggi di coppia, per famiglie, e in ogni caso dagli standard elevati: sono decine i resort fronte spiaggia che trattano i turisti con i guanti bianchi tenendoli sotto una campana di vetro: ma alla fine di tutto questo cosa rimane?
Nella casa La Dorade facciamo colazione, pranziamo e ceniamo tutti insieme, Crishna addirittura pretendeva che fosse lui a fare la spesa e cucinare per tutti, ma naturalmente contribuiamo almeno a fare la spesa, mentre a pranzo e cena gli facciamo volentieri compagnia mentre prepara le specialità della cucina mauriziana: riso, pesce, pollo, omelette, e quant’altro. D’altra parte questo non è un resort e all’occorrenza bisogna essere collaborativi: lavare i piatti, pulire per terra, dare una mano ai lavori di casa (in parte ancora in corso) è una buona abitudine e ci rende più simili a dei coinquilini che non a degli ospiti.
Oltre a La Dorade qui a Mauritius, ho trovato una sistemazione simile per familiarità e accoglienza solo a Prithvi, in Nepal, ed è un peccato perché mi piacerebbe poter alloggiare sempre in posti del genere, sentirmi a casa e dimenticarmi di essere, in realtà, soltanto di passaggio.